Emotività e braccino nel tennis: se ne parla come se “essere emotivi” fosse una malattia, con conseguenze disastrose, tra cui il braccino.
Come se essere emotivi fosse strano, sbagliato, un problema da risolvere. Come se avere il braccino fosse sbagliato, una cosa che ti si appiccca addosso e che non puoi staccare, un altro problema da risolvere.
Sì, se sei “in preda” ad una emozione, è molto probabile che il tuo corpo–braccio ne sentirà l’effetto e quindi anche la tua tecnica e quindi il colpo, ma non c’è nulla di sbagliato nell’emozione in sè.
L’emozione o l’essere emotivi è soltanto un segnale, una informazione, che va:
- conosciuta,
- riconosciuta,
- ascoltata e
- agita o meno.
E invece tu che fai?
Perchè l”emozione ci indica che è in ballo qualcosa che per noi è importante, perchè, diciamocelo: se hai l’ansia è perchè ci tieni. Giusto? Non avresti l’ansia se non te ne importasse nulla!
E quindi benvenuto nel mondo delle persone normali: tenere a qualcosa implica automaticamente avere una emozione. tenere a qualcosa ci rende automaticamente vulnerabili.
Quindi, anzichè avere paura di avere l’ansia e dei suoi effetti, forse si può fare qualcosa altro?
Ormai in tutto il mondo, tanti atleti hanno compreso l’importanza della consapevolezza, della accettazione, della gentilezza con se stessi e delle pratiche meditative per aiutarsi.
Uno psicologo dello sport, un bravo coach, un bravo consulente. Possono accompagnarti nel viaggio alla scoperta delle emozioni e dei loro effetti! 💕
E tu? Dove sei? Ascolti, in tensione, le chiacchiere della gente,
sperando di non sentirli dire di te che sei emotiva/o?
Puoi fare qualcosa di diverso.