Tasse e contributi: un caso tipico di resistenza all’apprendimento!
Sono ormai anni che pago tasse e contributi da libera professionista. Eppure, la mia mente, a parte avere il costante pensiero di “mettere da parte i soldi costantemente”, si rifiuta di apprendere come si calcolino gli importi di:
- ENPAP – acconto e saldo – contributi
- IRPEF – acconto e saldo – tasse
Mi limito a pagare, con un livello di frustrazione piuttosto elevato, entro le scadenze, senza mai fare rate o ritardi.
Perchè “fare le rate è sbagliato” e “pagare le tasse in tempo è il tuo dovere“: regole, come si devono fare le cose, trasmesse verbalmente a livello familiare e, in quanto regole, inderogabili. Sempre in base a quanto dice la mente.
Ciò non toglie che, di fronte a tanta rigidità verbale, ci sta che la mente si incaponisca nel non voler apprendere altro, visto che già queste due regoline sono abbastanza pensanti.
Nell’ACT questa viene chiamata “insensibilità alla contingenza“: la mente diventa insensibile a ciò che accade nella realtà.
Supponiamo che io debba pagare 5000euro di acconto, qui non c’è regola che tenga: non ce li avrei e dovrei per forza adattarmi al contesto. Invece, la mente insensibile, pretende che io paghi tutto ed in tempo. Capito?
Per fortuna, io sono io e la mia mente è un’altra cosa, altra e diversa da me.
Lei non sa quanti soldi ho risparmiato, nè sa quante altre cose nella mia
vita necessitano di altro denaro. Lei pretende e ordina. Io scelgo.
Non ti sembra dunque normale avere delle resistenze ad apprendere altro di altrettanto scomodo e sgradevole?
Non ti sembra normale non volerci pensare? Non voler neanche sentire quella fustrazione e volerne limitare il contatto il più possibile?
E la “soluzione” quale è?
La accettazione, tanto del “tocca pagare”, quanto del “mi tengo la frustrazione!”.