Sono giorni frenetici. Andiamo per mobilifici, a farci fare preventivi; torniamo a casa e dobbiamo rivedere da chi comprare cosa; il cuore dice una cosa ed il portafoiglio ne dice un’altra; conosci persone simpatiche e professionali e dire NO pesa; poi a casa ti rimetti a fare scatole e imballaggi mentre cucini o ti prepari per l’indomani del trasloco.
Mi sembra che le giornate, così piene, non finiscano mai e i giorni passano veloci. Il pieno del fare non genera ansia.
Invece a Segni, in vacanza, non c’era un “fare“. Si viveva giorno per giorno, era molto più un vivere al momento. Lì mi sembrava che le giornate non finissero mai e i giorni passassero lentamente. Il vuoto, lasciato dal non fare, non c’era noia.
Strano no? Il fare lento ed il fare frenetico danno la stessa percezione di tempo: vissuto.
Prova a riflettere: preferisci giorni pieni di arttività o giorni che passano lenti nel non fare?