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2017 Febbraio 17: come migliorare le cose che fai!

Eduardo Briceño è un esperto dell’apprendimento e su TED rivela come migliorare in quello che fai. Tutti cercano di fare del loro meglio, ma spesso, lavorare sodo non basta. Di seguito una sintesi.
Un modo per migliorare è osservare le persone più brave di te. Loro sono capaci di alternare la loro attività tra due zone:
  • nella zona di apprendimento, l’obiettivo è quello di migliorare ed allenarsi proprio su ciò che vuoi imparare. Devi aspettarti di fare errori, sapendo che imparerai anche da loro. Qui massimizzi crescita e performance futura;
  • nella zona della prestazione, l’obiettivo è quello di fare qualcosa il meglio che possiamo, cercando di ridurre al minimo gli errori. Qui massimizzi la prestazione in atto.

Diventa fondamentale, allora, avere chiaro quando vogliamo essere in una zona o nell’altra, visto che cambiano gli obiettivi, le aspettative e l’efficacia.

Demostene simbolo di miglioramento continuo!

Eduardo Briceño parla a TED: How to get better at the things you care about.

Non migliori, perchè sei troppo spesso nella zona della prestazione: questo ostacola la tua crescita e nel lungo periodo anche la prestazione.

Demosthene, il più grande oratore dell’antica Grecia,  per diventare tale, non si limitava a parlare in pubblico quando doveva (zona della prestazione). Si allenava molto tempo in attività specifiche per migliorare: correggeva un difetto di pronunzia tenendo in bocca dei sassolini; declamare in riva al mare per rinforzare la voce; andava in una grotta per comporre le orazioni.

Puoi migliorare quindi stando spesso nella zona dell’apprendimento, con un alto livello di concentrazione, lontano dalla tua “zona di comfort”, ma poco al di là di quello che puoi fare normalmente, utilizzando frequenti feedback e la presenza di un esperto. Il tuo obiettivo di miglioramento deve essere raggiungibile, poco al di sopra della tua portata attuale.

I migliori giocatori di scacchi non passano molto tempo a giocare le partite (zona di prestazione). Piuttosto si allenano, ad esempio, cercando di prevedere le mosse dei grandi maestri o di analizzarle.

Questo non significa che la zona della prestazione non abbia valore. Ti permette di fare le cose nel miglior modo possibile e ti motiva, fornendoti informazioni utili per capire su cosa concentrarsi quando tornerai nella zona di apprendimento.

Quindi il modo per ottenere alte prestazioni è quello di alternare tra la zona di apprendimento e la zona di prestazioni: costruire le competenze nella zona di apprendimento ed applicarle nella zona delle prestazioni.

Come trascorrere più tempo nella zona di apprendimento?Devi:

  1.  credere e capire che puoi migliorare, avere cioè una mentalità di crescita;
  2.  scegliere e migliorare una particolare abilità, un obiettivo specifico, cui tieni particolarmente;
  3.  avere un’idea su come migliorare, cioè cosa puoi fare per migliorare;
  4.  aspettati che farai errori e quindi non avere pensieri catastrofici. Un funambolo non pratica nuovi trucchi senza una sotto rete e un atleta non provare un nuovo gesto durante una partita di campionato.

Uno dei motivi per cui passi così tanto tempo nella zona delle prestazioni è l’ambiente in cui sei inserito: se commetti un errore, gli altri penseranno che vali poco. Non c’è da stupirsi allora se sei stressato e non prendi rischi. Tutti i bambini, quando imparano a camminare, cadono, ma non per questo imopediamo loro di rialzarsi e riprovare, magari usando metodi più efficaci.

Nei momento di stasi, ci sono ancora tre cose puoi fare. Puoi:

  1. creare spazi in cui gli errori hanno poca importanza oppure puoi chiedere feedback a qualcuno di cui ti fidi oppure puoi leggere o guardare video on-line;
  2. allenarti, ma poi riflettere su cosa puoi fare meglio la prossima volta, oppure osservare ed mulare chi è più efficace, ricordandoti che l’osservazione, la riflessione e la regolazione sono nella zona di apprendimento.
  3. condividere ciò che vuoi migliorare, facendo domande, sollecitando commenti e condividendo i tuoi errori e quello che abbiamo imparato da loro, in modo che altri possano sentirsi al sicuro e fare lo stesso.

Margherita Iannucci
Psicologa

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