“Se e quando” è l’incipit che uso, più volte, nel corso della terapia, per creare una sorta di allerta, nella persona che seguo.
Questo perchè nella normalità di tutti i giorni, tutti noi agiamo e viviamo con il pilota automatico. Siamo persi nei pensieri, siamo persi in quello che facciamo, siamo persi nell’evitare il dolore. Siamo persi. E ci perdiamo la realtà, il momento presente.
E staccarsi da questa modalità può avvenire solo in pochi modi:
- se e quando si verifica un evento esterno improvviso (un rumore, più o meno forte, ad esempio, o un evento percepito come minaccioso o pericoloso, ma anche un colore, come il giallo, il rosso, o il verde o l’arancione, che in certi contesti hanno specifico significati, oppure, banalmente, una notifica!)
- se e quando ci ricordiamo che possiamo mettere la nostra intenzione gentile
- se e quando un promemoria (attenzione: il post-it si stacca)
- o?
Se e quando uno di questi eventi sorge, la nostra attenzione viene spostata da ciò in cui ci eravamo persi a ciò che è davvero importante, in quel momento.
La tecnica del campionamento dell’esperienza mira proprio a generare questo distacco, usando una specie di allarme casuale, che ho cercato tra le app, ma senza riuscire. Quando l’allerme casuale suona, ci riporta nella realtà e ci potremmo chiedere se siamo impegnati in quello che avremmo dovuto fare o se ci siamo persi nell’orbita di Marte!
Allora ho pensato ad un esercizio, una esperienza che ti chiedo di fare, un esperimento, ma devi domandarti se sei disponibile a farlo, se fosse al servizio di una maggiore consapevolezza.
Vorrei che ti scrivessi, sul dorso della mano non dominante, una parola o un segno, o un disegno, che, quando lo guardi, casualmente, durante la giornata, dunque “se e quando lo vedi“, cosa stavi facendo (prima di distrarti) e cosa stai facendo (cosa ti ritrovi a fare, tanto che ti ti ritrovi a guardarti la mano!).