Il mio gatto Leo è morto. E’ morto. Leo è morto. Non c’è più.
Il mio gatto-abbia, gatto-sole, gatto-pavimento, gatto-dolce, gatto-lento, gatto-sveglia, gatto-more, gatto-mio, gatto-amore-mio, lui, sì, non c’è più. E’ morto. Leone è morto.
Lo dico, lo ridico, non per convincermi, ma per dirlo. Per non evitare di non evitare di non dirlo, per guardare a questa realtà, nuova, scomoda, dolorosa.
Nei giorni scorsi, sui Social avevo scritto “cose vaghe” e diverse persone mi hanno scritto: “Marghe, ma che è successo a Leo?“… e non una, ma diverse… e alla fine ho capito: ero stata così vaga, così evitante, che anche essere chiara mi creava sofferenza.
E così oggi lo dico. L’ho detto. L’ho ridetto.
Perchè accettare le cose vuol dire guardarle per quello che sono. Non per quello che dicono di essere.
Di sicuro, accettare non vuol dire evitare o fare finta che non sia come è, sfuggire la realtà.
La sola cosa che adesso crea più sofferenza è che continuamente la mia mente “lo vede“, vede la sue cose sparse per casa, le mie routine erano impregnate di lui. Ricordi, immagini che adesso sembrano reali. Ci vorrà un po’ prima che la nuova realtà si accavalli alla vecchia realtà.
Devo solo ricordarmi che è così e che va bene che sia così.
Io credo che gli animali vadano in Paradiso, tutti. E adesso Leo sta con Oli e Shaky. 💗