Si parla tanto di stili di attaccamento, ma ben poco di stili di accudimento, cioè il modo di “fornire protezione e supporto a te e ad altri”.
Mi interessa parlartene soprattutto perchè le emozioni che vengono elicitate dall’attivazione di questo modus sono (anche ansia) e compassione, tenerezza protettiva (e anche senso di colpa per il mancato accudimento).
Quindi un breve e piccolo esercizio: guarda la foto di questo post e dimmi che cosa hai provato mentre la guardavi.
I romani direbbero “cheddorce“… Al nord forse più un “stellinalei“… Mia nonna, che era leccese, mi diceva “picculadellanonna” … Esatto: un immediato e inspiegabile senso di accudimento e affetto verso la bambina nella foto (che ero io… ho già le spalle chiuse!).
Riporta l’attenzione a te: nel corpo, quella sensazione inspiegabile, dove l’hai sentita?
Io, ogni volta che la guardo, a parte un fortissimo senso di commozione nel viso, sento una specie di groppo alla bocca dello stomaco…
Ecco… è lì che abita la tua “lei accudente” e cioè la parte di te che vuole bene a te ed agli altri… In egual modo!
Quindi sì, tutti ce l’abbiamo…devi solo imparare a sentirla e notare dove abita, in te…
E come fai a farla uscire? A entrare in contatto con lei?
Basta guardare la foto di un bambino, o di un cucciolo, meglio ancora se sei tu…E magari metterla sul cellulare… che ne pensi? E poi la vai a cercare nel corpo… 😍
Scommetto che eri convinto di non avere nulla dentro di te che ti volesse bene, vero?
😥