L’attaccamento: il restare attaccati a cose o persone o stati interni, che siano pensieri, emozioni, sensazioni ed impulsi, non-ostante l’evidenza o il buon senso.
Questo ventaglio è stato un regalo a me molto caro. E’ di seta e la fantasia della stoffa è bellssima: fine e delicata. Sono circa 10 anni che lo “conservo” gelosamente. Ecco: questo è attaccamento.
Adesso, come vedi, si è rotto, è liso. Stento a buttarlo. Ecco: anche questo è attaccamento.
Quindi, l’attaccatamento è sia all’oggetto, che rappresenta per me qualcosa di prezioso, ed a cui io attribuisco un significato che va oltre il suo valore reale, sia al significato, che io stessa gli ho attribuito.
Questo attaccamento doppio “mi impedisce” o “mi ostacola” dal buttarlo. “Non posso buttare qualcosa di così prezioso“.
C’è un altro attaccamento, se ci pensi bene: sono attaccata all’idea che buttarlo via mi farà stare male o in colpa. Oppure che, chi me lo ha regalato, potrebbe dispiacersi. E così evito di sentire anche questi fastidiosi fastidi.
L’ACT chiama l’attaccamento “fusione“: fusione tra pensiero ed azione. Cioè “il pensiero ti fa fare cose per te“.
Ti ricorda qualcosa o qualcuno? Qualcosa che tu fai? O che vedi fare a qualcuno?